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lunedì 13 febbraio 2012

DESIDERIO DI PACE

Una classica preghiera dei fedeli raccolti in quota:"Ti adoro mio Dio al cospetto di queste montagne che tu hai creato. Ti ringrazio per avermi donato la purezza delle cime, la letizia delle valli, il calore del sole, ristoro alle mie forze fisiche e spirituali, guidami fino a raggiungere la vetta eterna, Gesù Cristo". Quanti ringraziamenti al cospetto del Cervino ogni mattina di luglio ad ingannare il tempo ed il dolore sia in estate che in inverno, come diceva una bella canzone, quante meditazioni davanti a quel panorama imperiale, quanta sofferenza nel vederlo sempre di meno, forse mai più.

Nei momenti di intensa sofferenza, un'angoscia mai provata fino ad ora, decisi, a dire la verità, parecchio sollecitata, di fare una gita a S.Moritz nel luglio scorso, ormai allo stremo e priva di forze. Pensai che quella breve giornata avrebbe alleviato la penitenza e così fu, pur sbagliando oculare della Nikon. Il trenino percorreva la tratta S.Moritz-Tirano attraverso prati verdi, pascoli e boschi, l'aria era frizzante e il contatto con la montagna era molto stretto.

E' proprio quel contatto che fa stare bene, che rinfranca l'anima, dona sollievo ai cuori infranti, quel contatto intimo con la natura nella sua manifestazione assoluta, più bella, così dolce da ripetere l'esperienza nel mese di gennaio. E così è stato. La sfida con il terribile Passo Maloja è stata vinta, un percorso lento, tortuoso ma soave nello stesso tempo, delicato, tra i cristalli di ghiaccio e gli alberi innevati come nelle fiabe più belle, un percorso proseguito attraverso i boschi e i laghi ghiacciati lungo la linea del Bernina Express, tra i villaggi incantati simili a presepi, in luoghi silenziosi tra le piccole case con  camini fumanti, tanti alberi e gioiosi calessi.











































Sono queste piccole cose semplici a rivelare la grandiosità del cosmo, a far cogliere le sensazioni più belle, anche per chi provato da tanta sofferenza da mettere in dubbio l'esistenza divina. Ma davanti alla pace e al meraviglioso silenzio della montagna altro non si può dire che una sola frase: "Quanto sono grandi le Tue opere, Signore" ringraziando per le meraviglie del Creato.

sabato 4 febbraio 2012

NON VOLTARTI ADESSO




 Tutto iniziò con quella scritta sul Ponte di Rialto in un'estate calda di giugno. Una mostra di arte tenuta aperta fino ad ottobre ma purtroppo mai visitata:





Crudele come non mai arrivò il giorno 17 dicembre 2009. Avevo appena perso il lavoro, nel cuore della notte mi alzavo a piangere pensando che mai e poi mai con le nuove leggi avrei potuto continuare ad insegnare, ad elemosinare una cattedra anche di poche ore, dopo tanti anni di studio e di sacrifici disumani. Ma che razza di feste natalizie avrei dovuto passare!! Tutti gli altri a festeggiare con la propria famiglia, con gli amici, con il partner, a divertirsi a capodanno, a farsi un bel viaggio e io invece nella mia città così vuota, in balia della solitudine, degli incubi, della malattia. Non potendo più lavorare come docente, pensai di organizzare alcune esposizioni fotografiche e di condividere alcune immagini sul social network ed ecco puntuale l'invidia, le calunnie su internet, la diffamazione atraverso la posta elettronica, l'accusa da parte di miseri giornalisti di essere una persona troppo violenta solo per aver condiviso come tanti altri utenti su facebook alcuni link satirici legati alla politica, la critica  neppure costruttiva, solo insolente, sprezzante, arrogante, fuori luogo, assurda, che culminò in una ribellione senza limite.

Allora all'improvviso apparve nella mente quella scritta che avevo notato dal vaporetto passando in una giornata serena estiva come tante altre trascorse sotto il Ponte di Rialto. Cosa significava quella frase?? In realtà era il titolo di un'esposizione tenutasi a Ca'Pesaro che consisteva in una una selezione di opere di dieci artisti italiani, a 100 anni dalla prima riunione in quelle stesse sale degli artisti ribelli, contro l’Accademia e contro certe scelte passatiste  della Biennale di Venezia. Anch'io mi sentivo proprio come loro: nessuno mi ascoltava, nessuno capiva la mia sofferenza atroce, nessuno mi dava spazio. Davanti a me solo monotonia, gente pigra, opportunista, cattiva, maleducata, invidiosa, ostile.

Decisi così di mettere in pratica quelle parole in due giorni trascorsi a Venezia per il solito concerto pianistico dell'AGIMUS. Tale decisione venne presa notando un gabbiano vicino a Ca'Rezzonico. Quella mattina era grigia e fredda, nella calle c'era tantissima sporcizia e quell'animale era in posa sul muretto triste e solitario girato di spalle.


Calle di Ca'Rezzonico

"Anche tu piccolo amico sei solo quanto me" - sussurrai- "sai cosa possiamo fare?? Immergiamoci nella realtà stupenda che solo questa città può offrire, anche solo per un attimo, non voltarti proprio ora ma lasciati trasportare tra le dolci onde serene oltre la solitudine e la malinconia 



Fondamenta Zattere




Palazzo Rosa
Fondamenta Furlani
ad ascoltare il dolce suono della gondola mentre passa carica di turisti rapiti in estasi, lontani dagli orribili rombi delle auto
San Marcuola
eh già, anche i gondolieri si ribellano al moto ondoso in qualche modo.......


....ad ammirare le luci gioiose
Piazza San Marco

Rialto
laggiù dove l'Arte si esalta in armonia con il mondo intero, facendo sorridere e meditare in quella breve e illusoria magia. 
Riva degli Schiavoni

Canal Grande con Luna Piena - Linea 1
Basilica della Salute

Ponte della Cortesia

Ponte delle Vele


Già, proprio così, una breve e illusoria magia. Troppo breve. I due giorni passarono in fretta ed era ora di tornare nel buio, nella realtà che nessuno fu in grado di comprendere. E quando ci si arrese alla solitudine, al pianto, alla sofferenza, ormai fu troppo tardi, non ci fu più nulla da fare. 


Ponte San Moisé