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giovedì 31 ottobre 2013

NELL'OLIMPO DI PALLADIO

Vicenza, 20 0ttobre 2013



Ben ritrovati cari amici dopo un periodo di lunga e dolorosa assenza. Quando un dolore diventa grande, insopportabile, cerchiamo conforto in persone che dovrebbero starci vicino, proprio così perché l'amicizia è un sentimento che unisce, nel bene, nel male. E anche nel male ho stretto al petto le mie due Nikon, ormai come dei respiratori che tengono in vita e sono andata a riscoprire il regno del Maestro Palladio nelle due sue principali ville e a Vicenza laddove ero stata due anni fa in occasione del lungo ponte che intercorreva tra il 25 aprile e il 1 maggio in una giornata dedicata all'ammirazione delle opere di Andrea di Pietro della Gondola detto Palladio nato a Padova nel 1508 e rifugiatosi a Vicenza, l'anima del luogo de dell'universo,  per sottrarsi all'attività di lapicida imposta dal padre. Ben presto Andrea si affermerà come architetto per conoscenza di artisti  della generazione di Giulio Romano, Raffaello, Bramante e Michelangelo. Successivamente fu il poeta umanista conte vicentino Trissino a conferirgli il nome di Palladio dalla sapienza di Pallade Atena. La sua naturale inclinazione viene descritta nei suoi quattro libri sull'Architettura, un manuale che ordina i momenti di  una lunga esperienza professionale e culturale.

Le principali ville palladiane sorgono nel territorio circostante la città di Vicenza e nascono come residenze rurali, complessi produttivi. Il tour organizzato prevede la visita di Villa Contarini e di Villa Almerico (solo esternamente per motivi tecnici) più conosciuta come la Rotonda che insieme a La Malcontenta Foscari costituisce uno dei più alti capolavori architettonici di Palladio. Le ville presentano timpani, logge, ampie scalee e ampi saloni centrali in rapporti proporzionati in quanto la bellezza è il risultato dalla bellezza stessa della forma e dalla corrispondenza del tutto alle parti.


La gita giornaliera inizia con l'arrivo Piazzola sul Brenta, città natale di Andrea Mantegna,  per la visita guidata di Villa Contarini, una residenza barocca che sorge su di un emiciclo dove si tengono di norma concerti musicali o mercatini di antiquariato.




 




Il corpo centrale è del 1546 e si presume sia stato realizzato da Palladio anche se in realtà nei quattro libri dell'Architettura non si fa accenno. Probabile sia stato eseguito da un maestro lapicida di Andrea il quale in seguito portò avanti il progetto. Lo stemma che vedete in foto appartiene alla famiglia Camerini, famiglia di ingegneri idraulici di  origine antichissime che salvarono la villa dal degrado in seguito alla caduta della Repubblica Serenissima. Sono sicuramente da attribuire all'architetto padovano le serliane, ossia tre aperture, elementi principali palladiani una centrale a tutto sesto e due sormontate da un architrave; tra l'arco e le due aperture sorgono due colonne. A questi elementi seguì l'aggiunta di barchesse per la conservazione delle derrate alimentari e per tirare dentro la barca quando c'era il canale.


Dall'ingresso principale si entra nella sala più grande, l'auditorium che raccoglie la sintesi delle arti gemelle, architettura, pittura e scultura. Secondo Andrea l'architettura rappresentava la sintesi assoluta dell'arte e come tale non doveva essere offuscata. Da questo ingresso sul soffitto e sulle pareti laterali è possibile ammirare gli affreschi di Michele Primon del 1688. 














Seguono nell'ordine:

- Salone Passante nel quale gli elementi di destra e di sinistra si affacciano in modo uguale

- 4 nicchie che rappresentano il susseguirsi naturale delle Stagioni

- Sala della Caccia, una stanza di 187 metri ampliata nel 1647 per ospitare gli ambasciatori, si dice infatti che Marco Contarini aspirasse alla carica di doge. In questa sala sono prevalentemente raffigurati animali esotici. 

- Sala delle Arti e delle Scienze in trompe oeil

- Sala Baccanali con decorazioni simili a quelle di Palazzo Thé a Mantova

- Sala delle Villeggiature in cui è possibile ammirare degli stampi contenenti informazioni sullo stato di avanzamento dei lavori della Villa

- Sala dei Mosaici

- Sala di Chiusura con la raffigurazione del Ratto di Proserpina e l'esaltazione delle arti sorelle, pittura, poesia e musica. I dipinti sono di Michele Primon

Da notare anche la Sala degli Specchi,  la Sala della Musica, la Sala da Ballo di aspetto barocco quasi rococò con opere di Dorigny del 1742, la Sala delle Maioliche con decorazioni scultoree di Bistolfi. Al piano terra vi è la Sala delle Conchiglie che esalta Nettuno, il dio del mare, costituita da valve, conchiglie, pesci per dare la sensazione di entrare in un mondo sottomarino.

La villa è circondata da un parco di oltre 40 ettari con peschiere, laghi e viali alberati.


















Terminata la visita guidata il gruppo si reca presso la località di Riviera Berica a ridosso della città di Vicenza per ammirare su di una piccola collina Villa Almerico Capra detta La Rotonda. La villa fu fatta costruire da Paolo Almerico che la commissionò a Palladio a partire dal 1566 ed è divenuta modello di ispirazione per numerosi edifici tra cui Villa Pisani. Attualmente appartiene al patrimonio dell'UNESCO.

















Palladio inventa un edificio con una struttura di un cerchio simbolo di Dio, dell'infinito inscritto in un quadrato che rappresenta l'aria, l'acqua la terra e il fuoco. Ognuna delle quattro facciate era dotata di un avancorpo raggiungibile attraverso una gradinata e ciascuno dei quattro ingressi principali conduceva alla sala centrale sormontata da una cupola. Palladio prediligeva il mattone intonacato più economico a suo giudizio rispetto alla pietra. L'interno è in stile barocco con una serie di statue e di affreschi raffiguranti la mitologia greca. Vi sono balconate e colonne in trompe oeil.

La visita prosegue per la città di Vicenza in cui si rimanda per i dettagli principali alla pagina web

http://stefania77-ilmondodistefania.blogspot.it/2012/07/arte-olimpica.html

Qui sotto alcune immagini del ghetto ebraico e delle decorazioni interne cinquecentesche di Palazzo Barbaran da Porto, sede del Museo Palladio. Tali decorazioni sono opere di artisti quali Zelotti, Canera, Michieli e  Rubini


















La visita guidata della città si conclude con il desiderio mio e di altri turisti di poter ammirare ancora una volta il Teatro Olimpico. Il nostro desiderio è stato esaudito. Un teatro che recita da solo. Un teatro in cui regna un'armonia tale da assopirsi nella pace più assoluta del corpo e dell'anima.

























In questi luoghi nati per fondere l'utile al dilettevole, per dimenticare i momenti brutti della vita e le angosce attraverso la creazione di opere d'arte, per rendere la persona migliore, è stato davvero così. Momenti di riposo, di contemplazione, di pace interiore nel silenzio del teatro, nella bellezza della villa, nell'Olimpo di Palladio. Per tutto questo, un solo commento: Grazie Maestro.