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martedì 27 gennaio 2015

FIRENZE - IL BRIVIDO DI UN'EMOZIONE

Firenze, 31/1/2014

Cari amici,

mi trovo nel pieno di una mattinata mai così gelida, malinconica e ventosa. La neve imbianca l'Emilia Romagna lungo la A1 fino all'arrivo in Toscana, la Regione in assoluto più ricca di opere d'arte sarà proprio l'Arte del suo capoluogo a riscaldare il cuore attraverso le candide emozioni che regalerà nella cornice natalizia.

La prima magia viene regalata dall'alto di Piazzale Michelangelo, una vista completa su Firenze e le Sue meraviglie con rare tinte arancioni nel cielo mattutino.

















Come non immortalare poi una volta sopraggiunti nel centro le decorazioni di Piazza della Signoria in un così sublime colpo d'occhio natalizio





























Il freddo intenso e gelido continuva a penetrare nel nostro corpo, ci ha pensato il calore dell'arte di Santa Croce (vedi blog precedente) con le sue emozioni a riscaldare gli animi. Nel terrore di uscire a sfidare   il clima così ostile sarà la luna uscita dalle nuvole trascinate dall'impetuoso vento a donare la forza per salutare questa Basilica ancora una volta da lontano, per poi dirigersi verso la Cattedrale ammirando nuovamente le decorazioni accanto alla chiesa di Orsanmichele.
























Ed ecco ripetersi brividi ed emozioni nel buio della sera davanti a Santa Maria del Fiore con l'albero di Natale illuminato di luci azzurre tra i gigli rossi sotto la luna piena. Davanti a lei si innalza maestoso il campanile più bello di  mondo, quello di Giotto tra i contrasti celesti del vespro e si illumina dorata la cupola di Brunelleschi.  Le immagini parlano da sole.





























Magia rinascimentale, azzurro candido, nonostante il freddo continuava crudele a dominare nella notte. C'era ancora tempo per un'ultima stupenda cattura di Santa Maria Novella prima di arrendersi del tutto e di rifugiarsi al caldo. 


Come sei bella Firenze, così fredda alla luce della Luna, così magica in veste natalizia, così splendente della tua Arte ai raggi del Sole. Ti manca così poco per essere come lei, la Serenissima, un pò più di quiete, se solo si ponesse fine definitivamente ai rombi dei motori. Arrivederci alla prossima Primavera se la Natura lo vorrà  sarà più dolce e si unirà di nuovo all'Arte suprema per donare nuovamente la più profonda pace dei sensi. 

martedì 6 gennaio 2015

FIRENZE - UN POMERIGGIO IN SANTA CROCE



« ma più beata che in un tempio accolti serbi l'itale glorie, »

come non dar ragione alle parole di Ugo Foscolo nei Sepolcri e comprendere la sindrome di Sthendal davanti a un luogo di culto, di arte così unico al mondo??
Si tratta proprio della Basilica di Santa Croce, cari amici a Firenze, la massima realizzazione del gotico in Italia, prestigioso simbolo della città, luogo di incontro di artisti, religiosi, letterati eretta a partire dal 1295 su progetto di Arnolfo di Cambio e completata verso il 1385. Un capolavoro dell'architettura gotica dominante nell'omonima piazza rinascimentale vasta e rettangolare, splendente ancora al tramonto, alle prime luci della luna.



La Basilica presenta un semplice ma grandioso interno con tre ampie e luminose navate divise da due   file di pilastri a base ottagonale. Ripete lo schema a T (croce egizia) con abside poligonale.

















Lungo la navata destra è possibile osservare l'Annunciazione di Donatello del 1435 e un vero e proprio pantheon con le tombe dei più grandi Michelangelo, Alfieri (opera di Canova del 1810), Machiavelli, Foscolo, Rossini, mentre percorrendo la navata sinistra spicca il monumento funebre di Carlo Marsuppini, umanista e cancelliere della repubblica fiorentina  opera di Desiderio da Settignano. Si tratta di uno dei più notevoli sepolcri del 400. 

















Dopo aver ammirato la maestosità delle navate si rimane colpiti dall’immenso altare maggiore con le scene della Leggenda della Croce opera di Agnolo Gaddi del 1380 e il polittico  con la Madonna centrale di Niccolò Gerini e i dottori della Chiesa di Giovanni del Biondo. Le decorazioni natalizie ai lati dell'altare contribuiranno ad impreziosire la vista. 


















Agnolo Gaddi, figlio di Taddeo è l'autore degli affreschi della Cappella Castellani o del Santissimo. La croce dipinta è opera di Nicolò Gerini.





















Proseguendo la visita ecco cadere in estasi profonda, in una meravigliosa armonia di pace e serenità ammirando la Cappella Baroncelli con l'omonimo Polittico, dipinto a tempera e oro su tavola risalente al 1328 con al centro l'Incoronazione della Vergine e ai lati santi e angeli in gloria ad evocare il Paradiso. Un trionfo di colori, che sia di Giotto o di Taddeo Gaddi, da immortalare in ogni prezioso dettaglio.














Nella Cappella Baroncelli sono presenti gli affreschi della Storia della Vergine dell'allievo di Giotto  Taddeo Gaddi, un ciclo narrativo illustrato tra il 1328 e il 1338 e la Madonna della Cintola di Sebastiano Mainardi cognato del Ghirlandaio. 
















Di Giotto sono gli affreschi raffiguranti le storie di San Giovanni Evangelista nella  Cappella Peruzzi eseguiti nella sua piena maturità le scene della morte di San Francesco d'Assisi nella vicina Cappella Bardi . Non si distoglierebbe mai lo sguardo dai capolavori di questo fantastico artista. 




























Sorge spontanea una domanda: quanto ci vuole effettivamente per ammirare e contemplare interamente questa meraviglia che l'Arte ci ha regalato?? Un giorno, forse due, la risposta è.... non si uscirebbe mai da questa Chiesa ma purtroppo il tempo stringe, il gelo anche e ci sono altre emozioni da vivere a Firenze. Occorre quindi proseguire verso la sagrestia e il refettorio, il chiostro trecentesco che introduce alla Cappella dei Pazzi senza dimenticare la Cappella dei Medici. La luce vespertina nella gelida atmosfera impreziosiscono l'arte sublime già di per sé












La sagrestia e il refettorio contengono preziosi elementi di arte sacra tra i quali il Crocifisso di Cimabue, capolavoro che segna il passaggio dalla pittura bizantina a quella moderna, simbolo della distruzione dovuta all'alluvione del 1966, San Jacopo di Lorenzo Monaco , le scene della vita di Cristo eseguite da gerini, Taddeo Gaddi e Spinello Aretino, allievi di Giotto che raffigurano rispettivamente l'Ascensione e la Risurrezione, la Crocefissione e la Salita al Calvario; il trittico di Nardo di Cione con la Madonna con il Bambino e Santi. In ordine di descrizione le seguenti fotografie.





Da notare nel Museo anche la Deposizione dalla Croce di Francesco Salviati e la Discesa di Cristo al Limbo di Agnolo Bronzino entrambi pittori manieristi e il polittico di Giovanni del Biondo.




















In conclusione la Cappella dei Pazzi, capolavoro rinascimentale di Brunelleschi nel primo chiostro della Basilica con la cupoletta di Luca della Robbia e la cappella dei Medici con la Madonna col Bambino tra Angeli e Santi di Andrea della Robbia.














La notte è ancora lunga e troppo fredda ma sono queste le emozioni che contribuiscono a scaldare il cuore e l'anima infondendo così tanta quiete. Non ci si stancherebbe mai ripercorrendo la via che conduce verso Piazza della Signoria di voltarsi indietro ad ammirare, a continuare ad ammirare questa Basilica unica al mondo fino all'ultima luce, la luce virtuosa, la luce della pace più profonda.