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martedì 20 dicembre 2016

IN VISITA A.... MOSTRA BRUEGHEL A VENARIA REALE

Venaria Reale 17/12/2016

Cari amici,

questa puntata della rubrica In Visita A... ci conduce nella elegante cornice della reggia di Venaria  alla riscoperta di prestigiose opere dell'arte fiamminga di Pieter Brueghel seguito dai figli Jan e Pieter giovane, dal pronipote Abraham, della pittura di Marten Van Cleve e di altri artisti della scuola fiamminga . La mostra è realizzata da Artemisia Group con le ottime spiegazioni tramite audioguida di Sergio Gaddi. Le foto senza flash sono autorizzate. 

Le opere costituiscono una rappresentazione fedele della vita quotidiana con personaggi umili, in modo particolare scene di contadini e pastori. Il tratto di Pieter Brueghel il Vecchio si trasmette ai figli, principali artefici del suo successo, in grado di trasmettere completamente lo stile pittorico paterno.

Il percorso inizia con alcune opere particolarmente luminose che illustrano il tema della fuga dall'Egitto, il volto della Vergine vestita di bianco intenta a riposarsi, sempre col Bambino tra le braccia. Nel quadro di Francken (la terza fotografia) inizia già a svilupparsi un contorno floreale ripreso pienamente da Abraham Brueghel specializzato in nature morte.
















Gli sfondi paesaggistici sono evidenti nel Paesaggio con la Parabola del Seminatore di Brueghel  il Vecchio caratterizzato da colori verde, azzurro e marrone scuro in cui l'anziano seminatore in primo piano getta i semi


Si tratta di uno stile paesaggistico ispirato alle Alpi e ripreso più volte con naturalezza e sensibilità come dimostrato anche nei dipinti della scuola fiamminga del 1600-1700 di Van Valckenborch, Van Braedel  e De Momper qui immortalati in ordine























Il paesaggio invernale avvolto nella nebbia giallastra  è ben delineato nell'opera Trappola per Uccelli  in cui viene richiamato uno stile cupo e tetro simile a caricature. Il palo legato alla fune che fa scattare la trappola richiama la fragilità della vita umana. Sulla parte destra ci sono anche dei pattinatori e come nel quadro del seminatore si contrappone un ambiente solitario con un gruppo di persone raffigurate sull'altro lato. La stessa scena dell'inverno di ripete con il Paesaggio di Martin Van Cleve con la strage degli innocenti. 



Il tema della caducità della vita è ripreso anche da Teniers, allievo di Rubens nell'opera della Taverna dove in primo piano vengono rappresentati un gruppo di persone che sembrano bere con più moderazione rispetto quelli riprodotti sullo sfondo. Il fumo della pipa richiama il verso del Salmo "Perché i miei giorni svaniscono con il fumo" ecco perché la pipa indica la vanitas, la caducità appunto. 


Di Rubens l'opera Ninfee in Cornucopia



Non solo paesaggi ma anche animali felici che convivono pacificamente nel paradiso terrestre, uccelli esotici, felini, cavalli in un'opera di Brueghel il Vecchio forse terminata dal figlio. Animali simpaticamente riprodotti anche all'interno della tela "Vieni a scoprire l'arca"


I suoni della natura sono splendidamente trasmessi nelle 4 Allegorie del Potere e della Giustizia, dell'Udito, dell'Amore e dell'Olfatto.






In modo particolare, nell'Allegoria dell'Udito i suoni sono emessi dalla donna al centro, dall'acqua della fontana e dal verso dei pappagalli. Compaiono soprattutto strumenti a corda e campane. Nell'Allegoria dell'amore si evidenzia la contrapposizione tra la vanità e l'amore stesso: l'uomo è sdraiato a contemplare la donna che preferisce vantarsi della propria figura riflessa allo specchio invece di ricambiare la devozione e l'amore che il suo compagno le dimostra. 

Amore a lieto fine anche in Vertumno e Pomona, una storia della Metamorfosi di Ovidio che racconta di una donna con un mantello rosso solitaria avvicinata dal giovane camuffato da venditrice di frutta che finge di tenerle compagnia. Alla fine Vertumno rivela la propria identità spogliandosi, Pomona cede alla tentazione. Si tratta di un racconto mitologico ambientato in un contesto contemporaneo come testimoniato dalla presenza del carro con il cavallo e gli ortaggi, simboli della fertilità.


Le sale successive sono ampiamente dedicate alla natura morta specialità di Abraham Brueghel con una simpatica interazione di botanica alla riscoperta di varie specie vegetali e anche di zoologia con la rappresentazione di insetti.










I fiori meravigliosi a coronamento della Sacra Famiglia dipinta da Bartolomeo Cavarozzi. In quest'opera la cornice dei fiori di Jan Brueghel  fa acquisire all'artista fiammingo il soprannome del Brueghel dei fiori in cui la rosa bianca simboleggia la purezza e il garofano l'incarnazione divina di Cristo.



Si prosegue con altre raffigurazioni di vita di contadini come il Ritorno dalla Fiera, la Sposa di Pentecoste di Brueghel il Giovane, il Suonatore di Cornamusa, la coppia di Contadini assalita dai briganti di Van Cleve.




La mostra si conclude con le Nozze dei Contadini e le scene movimentate di danza a cui viene dedicato un ampio spazio multimediale

















Un percorso dunque caratterizzato dalla profondità dei paesaggi, allegorie e simboli di vita, con dettagli perfetti da rendere magnificamente l'idea del reale. Una visita assolutamente consigliata. 



martedì 13 dicembre 2016

UNA GIORNATA A BELLINZONA E A LUGANO

08/12/2016

Cari amici,

in fuga dalla nebbia e dallo smog cittadino sempre più opprimente, finalmente una giornata di splendido Sole trascorsa nel Canton Ticino, sulle rive del Lago di Lugano preceduta da una piacevole visita guidata della città di Bellinzona. Nonostante la mattinata molto fredda il cielo è limpido e il CastelGrande con le sue imponenti torri (bianca e nera) ci accoglie tra la sua splendida cinta muraria realizzata dai Romani. Esso sorge nel villaggio più antico di tutta la Svizzera (risale a 12 mila anni fa) su uno splendido panorama di fronte al Castello di Montebello.  Riconquistato a metà 1300 da Milano, le mura vennero riconsolidate e la ripida e vertiginosa discesa attraverso di esse offre scorci suggestivi anche in controluce con di fronte il Pizzo di Claro. Al suo interno è presente anche il museo archeologico. 































La città di Bellinzona, capitale del Ticino, è molto ben curata e conservata e presenta particolari prospettive nei vari angoli, viali e piazze come evidente in Piazza Nosetto con la sua fontana, la piazza della Colleggiata dove si impone il Duomo, la piazza del Governo e la piazzetta del Comune con tele, vetrate e decorazioni. Il Duomo presenta uno stile rinascimentale misto ad arte barocca, sulle guglie le sculture dei Re biblici Davide e Salomone insieme agli Angeli Musicanti e alla Vergine delle Grazie. Al suo interno spicca il secondo organo più antico della Svizzera dopo quello di Sion, la cappella del Sacro Cuore di Gesù e il pulpito di Graziano Rusca in scagliola del 1700 con in cima la statua della fede. La Crocifissione dietro l'altare inizialmente attribuita a Tintoretto è opera di Giovanni da Monte. Molto belli gli ornamenti ai vari palazzi e i bassorilievi di illustri poeti e scienziati italiani. 
































































Terminata la piacevole mattinata in una città così pulita e silenziosa con molte aree pedonali nel tipico stile svizzero il tour prosegue in direzione di Lugano. Il Sole splende e diversamente dalla folla che subito si fionda nel centro alla ricerca di negozi e mercatini di Natale, preferisco la tranquillità e il panorama sul Lago offerto da Parco Ciani dopo una breve sosta per il ristoro. La luce è intensa, gli angoli sono così romantici, la pace regna tutto attorno, quasi un pomeriggio primaverile dove i rami si riflettono nell'acqua, il paesaggio è a volte solitario e melanconico ma è proprio così che deve essere affinché Madre Natura possa regalare qualcosa di veramente magico come è solita fare quando Le si porta rispetto e adorazione. 





















Splenderà il Sole fino alla magica quiete vespertina
















Prima della partenza al cospetto di luci così meravigliose, obbligatorio immortalare la riva del Lago con i suoi colori notturni















Le vie del Centro si illuminano, ecco il vero spirito natalizio, colori, addobbi raffinati e musica tipica non sguaiato e inascoltabile rock come altrove, nel rispetto del decoro, della quiete, con un tocco di misticismo,  se tutto questo manca è perfettamente inutile. 



























Sono le ultime luci della sera prima di rituffarci nella nebbia che ci tiene prigionieri. Buon Natale cari amici.