In Italia esistono due paesi molto piccoli con lo stesso nome, Prarolo. Uno si trova in Liguria, l'altro in Piemonte e quest'ultimo è noto come ombelico del mondo, di un mondo a me caro che in quel piccolo amo rappresentare.
Nel dolce paesello ho trovato riparo tra i rami solitari di un vecchio platano al tramonto del sole tra i colori d'autunno, la dolcezza della quiete vespertina con lo sfondo del Monte Rosa, del Cervino e del Monviso, la tenerezza dei cani e dei gatti anche loro abbandonati a se stessi e uccisi a causa di una violenza assurda e senza pietà, il silenzio della sera tra lo splendore della luna piena intrecciata tra gli alberi, delle sue falci nel cielo blu cobalto dal vecchio cortile.
Prarolo resta così il luogo di sosta lungo i vari itinerari, lungo la via del dolore. In questo posto il desiderio di ribellione sembra volersi placare come se all'improvviso tutto volgesse al termine e si arrivasse ad una sorta di capolinea. Un capolinea che porterà nuovamente ad un abbraccio eterno per ritrovare così un'unione spezzata, almeno questo è l'augurio.
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