"Se
dovessi scegliere tra camminare e dipingere scelgo dipingere". E da li non
si alzo' piu'.
"Benedetta
la pittura che dona emozioni e gioia".
"Per
dipingere farei il giro del mondo ma poi quando ci sono davanti sento la mia
impotenza, sono ancora bloccato e ho 40 anni".
"Sono
stato a vedere Raffaello a Roma avrei dovuto farlo prima, gli affreschi sono un
trionfo di grandiosità e splendore. Mai tradire la luce".
Avete
letto bene cari amici, in quattro capoversi ho riassunto le parole di Pierre
Auguste Renoir il celebre pittore francese che riuscì a creare un proprio
universo personale attraverso diverse elaborazioni di stili quali impressionismo, classicismo,realismo
come nessuno aveva mai fatto. Per questo motivo egli fu soprannominato il
pittore della felicità, un artista che ha potuto esprimere al massimo la sua
vocazione per la bellezza e la gioia di vivere.
Fermiamoci
anche noi per un istante a riflettere sulle parole di Renoir: Cosa abbiamo
scelto di fare della nostra vita?? Abbiamo preso dei colori per dipingere il
nostro mondo?? Esiste un'arte
dentro di noi che ci permette di catturare le emozioni più profonde e di dare
libero sfogo alla propria anima??
Le
domande che possiamo porci sono infinite ma forse esiste una risposta rapida,
sintetica. Desideriamo tanto una vita migliore, comoda,agiata, poi piombano le
malattie, le sofferenze, le delusioni, le inquietudini. Di fronte a tutto
questo ci troviamo davanti ad un bivio: lottare ribellandosi al destino
convinti di poter amare ancora e migliorare la propria esistenza o chiudersi
gettando via ogni nobile sentimento e valore, l'amicizia,l'amore, ed escludendo
dalla nostra vita magari coloro che proprio potrebbero farci da guida, aiutarci
e renderci felici.
Se
visitate la piccola esposizione di Renoir a Pavia presso le Scuderie del
Castello Visconteo entro il 16 dicembre
potete ammirare una serie di opere che a mio avviso possono indurre a
queste riflessioni. Ve ne cito qualcuna.
Il
dipinto Roses (rose) del 1915 circa, conservato a Parigi presso il Museo
nazionale di arte moderna, vuole rappresentare un omaggio alla defunta moglie
del pittore. Con quest'opera Renoir reagisce al profondo dolore con la
benedizione della pittura, quell'arte che gli ha permesso di continuare a
vivere donandogli ancora gioia ed emozione nonostante le sofferenze passate.
Una piccola ma grande dote nel nostro spirito aiuta veramente nella lotta
quotidiana contro un dolore grande, una sofferenza continua disegnando,
suonando, fotografando, scrivendo. Un modo sublime di affrontare la sorte
avversa senza chiudersi del tutto in se stessi.
Renoir
non manifesta solo l'amore nelle sue opere ma anche la fiducia espressa in modo
particolare nel ritratto di Wilhelm Muehlfeld del 1910 ispirato
alla pittura di Rubens con colori sfumati, pennellate leggere e rapide e
contorni lievemente accennati. Curioso e decisamente straordinario pensare che
due persone che non riescono a comunicare per via di una lingua diversa
riescono ad instaurare all'istante un rapporto di stima e amicizia sincera
basato sulla simpatia e sulla fiducia reciproca. Quell'amicizia sottolineata
nel ritratto di Claude Monet del
1875 conservato al Musee d'Orsay a Parigi, un ritratto che evidenzia inoltre
tutta l'ammirazione che Renoir aveva per il collega impressionista. In fondo
anche a noi piace farci ritrarre,nel senso piu' comune, fotografare, per
ricordare i momenti passati accanto alle persone che amiamo.
"Non
si impara a fare il pittore davanti a un paesaggio ma e' nel museo che si
impara a dipingere" sosteneva Renoir soprattutto a proposito della
ritrattistica come genere, ad esempio nell'opera Madame Henriot en costume
del 1875, un ritratto che sottolinea l'innocenza e la fragilità della figura
femminile, caratteristiche difficilmente riscontrabili nelle fotografie d'epoca
della donna.
Amore,
fiducia, stima, amicizia, innocenza, fragilità. Ci siamo mai chiesti che valore
hanno queste parole?? Oserei dire che hanno un significato prezioso. Ecco
dunque cosa può trasmettere l'arte. Se magari invece di perdere tempo e
sprecare la vita nel grigiore di una squallida città monotona a girovagare
parlando male e giudicando meschinamente il prossimo, mostrassimo più
attenzione e interesse per questi dettagli che ci vengono regalati, forse
saremmo persone migliori.
Davanti
ad emozioni visive simili anche noi potremmo dire come Renoir sugli affreschi
di Raffaello "avrei dovuto farlo prima". Quante volte davanti ad
un'opera d'arte di qualsiasi genere rimaniamo bloccati e ci sentiamo impotenti
davanti alla maestosità, al fascino all’euforia che trasmette; pensiamo al
patrimonio conservato a Roma, Firenze, Venezia e non solo; quante meraviglie
regala l'Italia,non sprechiamo il nostro tempo inutilmente rincorrendo sogni
impossibili, facendoci del male gratuitamente o soffermandoci su ignobili
programmi televisivi,davvero un peccato non potere o meglio volere godere di
doni simili.
Bibliografia: P.Cros: Renoir la vie en peinture-Silvana Editoriale-Catalogo esposizione
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