Caporetto, 15 agosto 2024.
Al termine della navigazione lungo il fiume Isonzo, il viaggio prosegue in territorio sloveno a Caporetto, località tristemente nota per le memorie della prima guerra mondiale. I rilevi circostanti placano l'ira del Sole e l'aria è più fresca nella quiete della sera. Le testimonianze sono accuratamente conservate all'interno del Kobarid Museum strutturato su tre piani dove, oltre la sala proiezioni con il video struggente dei combattimenti, si possono osservare divise, armi, oggetti personali e un grande plastico del territorio. Nelle foto che seguono le giubbe austro - ungheresi e tedesche
la protesi delle braccia e dei piedi di Gabriel Bukovnik ferito gravemente nel 1917 e invalido di guerra. Al termine dei combattimenti divenne tabaccaio.
Medaglie e croci italiane al merito
L'artiglieria
L'altare mobile donato all'esercito dai bambini dell'Austria meridionale
Le stampe inerenti il battaglione italiano sul Monte Rosso
Attrezzature varie: ferro da scarpone, occhiali da neve
La stampa del generale Von Lequis comandante della dodicesima divisione tedesca
Il plastico con le posizioni dei soldati italiani (contrassegno rosso), austriaci e tedeschi (contrassegno azzurro) durante la giornata del 23 ottobre 1917.
Utensili per il cibo: roncola da cucina, mestolo da brodo, paletta
Il telefono militare austro - ungarico, timbri militari, astuccio portacarte geografiche
Non mancano anche gli affreschi del XVIII secolo provenienti da case di contadini della zona di Breginj restaurati dopo il terremoto del 1976.
"Io sono per la pace, ma quando ne parlo essi vogliono la guerra" cita il Salmo 120 ricorrente nell'Ora Media del Salterio. Quanto orrore lascia la guerra, quanto dolore, basta leggere questa poesia che riempie gli occhi di lacrime.
Una lezione che il genere umano non ha ancora capito e forse mai imparerà.
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