Aquileia, 13 agosto 2024.
La Basilica di Aquileia appare fin da subito ai nostri occhi come una pura meraviglia architettonica davanti alla quale si trova una lunga strada romana con il cimitero degli eroi a ovest. Questo capolavoro artistico dedicato a Santa Maria Assunta venne edificata nel XI secolo per poi essere rimaneggiata nel XII secolo. Viene suddivisa in due aule teodoriane fatte costruire dal vescovo Teodoro, un aula Nord della quale rimane solamente il pavimento musivo sottostante al maestoso campanile e un Aula Sud con i mosaici. Ci sono tre livelli a seconda dei colori che li contraddistinguono:
- primo livello, colore azzurro corrispondente al pavimento sotto al campanile
- secondo livello, colore giallo, corridoio di unione tra aula nord e aula sud
- terzo livello, colore rosso con i resti di un pavimento musivo della basilica posteodoriana.
Gli splendidi mosaici che si possono osservare lungo il percorso di visita sono suddivisi secondo quattro campate a partire dall'entrata. Nella prima campata spiccano maggiormente volti di benefattori e i nodi di Salomone e la raffigurazione del gallo e della tartaruga simboli della lotta del bene contro il male.
L'anello di Salomone che compare evidente nell'ultima foto soprastante è composto da uno strato di terra livellata, da un insieme di ciottoli e mattoni frantumati che costituiscono il cosiddetto Statumen con funzione di drenaggio, il Nucleus costituito da calce, sabbia e marmo con fine granulometria e il Sovranucleus che tiene ancorate le tessere del mosaico. Il mosaico esterno ha dimensioni di 1x1 cm.
La seconda campata è caratterizzata da tessere nere e medaglioni con scene naturalistiche, soprattutto di animali quali pesci, cervi, gazzelle e uccelli.
Nell'ultima parte predomina la storia di Giona in un mare ricco di pesci. Giona era il profeta ebraico inviato da Dio per predicare nella città di Ninive in Mesopotamia. Successivamente il profeta fuggì su una nave di Fenici, venne gettato in mare dai marinai e poi inghiottito da un mostro marino che lo sputò sui lidi della Palestina. La vicenda di Giona è un tema frequente nell'arte paleocristiana, in quanto strettamente correlato con la risurrezione dei morti.
Nella navata centrale l'abside romanica del patriarca Popone del 1031 con il catino di affreschi del XI secolo. La Madonna che tiene in braccio il bambino è racchiusa in una mandorla affiancata a destra dai santi Ermacora, Fortunato, Eufemia e a sinistra Ilario, Taziano, Marco Arrigo, Alberto di Carinzia con il patriarca Popone.
Il percorso di visita prosegue nella Cripta Massenziana, la prigione di Ermacora, primo vescovo di Aquileia e Fortunato patroni rispettivamente delle arcidiocesi di Udine e Gorizia nonché protettori del Friuli Venezia Giulia. Le scene di questi due santi sono magnificamente affrescate sulle volte insieme alla storia dell'apostolato di Marco. Si tratta di affreschi attribuiti al "Maestro della Passione" così come gli affreschi delle lunette inerenti la Crocifissione, Deposizione, la dormizione della Vergine. Con "Maestro della Passione" si intende un autore legato all'arte bizantina riconducibile alla seconda metà del XII secolo. Vediamo in ordine delle immagini del ciclo di affreschi su:
- San Pietro e san Marco
- San Marco intento a battezzare e a guarire
- san Marco accolto dal Vescovo Ermacora
- I santi sepolti in presenza di Alessandra, Gregorio, Ponzano
- Predicazione di Ermacora
- Nomina di Fortunato
- Ermacora in gloria
- Dormiglione della Vergine
- Deposizione
- Crocifissione
- Consacrazione
- Battesimo di Alessandra
La Cripta degli Scavi invece aveva la funzione di collegare le due aule teodoriane Nord e Sud. Contiene pavimenti in mosaico di una villa romana dell'epoca di Augusto e i resti del fonte battesimale posteodoriano.
Il luogo di ritrovi di mercanti e impresari all'aperto era il Foro, nella città antica, all'incrocio tra il cardo e il decumano, le due principali arterie. Accanto alla piazza una fila di colonne che sorreggevano il porticato sotto il quale c'erano i negozi.
Infine a ridosso della Basilica il Cimitero degli Eroi, in memoria dei caduti della prima guerra mondiale, il sito dal quale è partita la salma del Milite Ignoto nel 1921. Ogni tomba è caratterizzata da croci in ferro realizzate dallo scultore Alberto Calligaris. Ogni croce riporta la frase "Dulce et decorum est pro Patria mori" ("Morire per la Patria è dolce e decoroso") con il nome del caduto.
Ignoravo l'esistenza di una Basilica che lascia a bocca aperta con dei mosaici così belli e raffinati e così ben conservati. Un gioiello del Friuli, luogo di pace, contemplazione e preghiera.
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