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giovedì 15 novembre 2018

UN INDOMANI



Questa scritta per terra e questo cartello verde li vedo tutti i giorni di questa assurda prigionia alessandrina. Li vedo anche alla fine di agosto con molta rabbia. Non è per me la vita delle città, soprattutto così monotone, troppo fredde e troppo calde. Io la città dove sono nata la odio. Non ho problemi a dirlo. Il mio cuore non apparterrà mai a lei, questa non è la mia città, è il luogo dove sono costretta a vivere. Sapete perchè?? Perchè non sono una che va su e giù per uno straccio di corso a giudicare come si vestono gli altri o a parlar male degli assenti o a fare il terzo grado sulla vita privata delle persone. Perchè io amo i posti dove chi ha talento e ama la cultura viene apprezzato e stimato.   Non magari da tutti per carità, ma da buona parte. Nello sconforto rimane solo la preghiera. Basta una lettura breve di un Salmo, un responsorio. Non sapete quanto male mi fa vedere le foto delle giornate limpide di montagna e il pensiero ad essere qui nella nebbia, nell'oscurità. E' anche colpa mia se non riesco a muovermi come vorrei ma io non sarò mai la causa del male altrui. Riconosco i miei limiti e li ammetto. Non me ne importa nulla del giudizio degli altri. Quando prego confido nel Sacro Cuore di Gesù. Quando vedo quella scritta per terra penso che un indomani qualcuno mi verrà a prendere e tirerà dritto per sempre e io quell'uscita non la vedrò mai più e guarirò dal malessere che mi ha colpito.  

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