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mercoledì 3 settembre 2014

DAI CASTELLI DELLA BAVIERA A TRIESTE - SENSAZIONI DI VIAGGIO



29 - 31 Agosto 2014

Ben ritrovati cari amici dopo un lungo e faticoso periodo. Erano davvero necessari alcuni giorni trascorsi  toccando  ben 3 stati europei diversi per ritrovare il piacere del viaggio, il ristoro fisico e mentale, il fascino della cultura, il piacere di imparare. 

Questo itinerario inizia lungo l'autostrada svizzera E63 attraversando il traforo del San Bernardino la zona di Spluegen, Thusis e Coira al confine con il Liechtenstein costeggiando Bregenz fino all'ingresso in Germania. Davanti ai nostri occhi addolciti prati verdi, laghetti, montagne, cascate, fino a scorgere il Reno ancora nel suo piccolo, da un confine ad un altro, prima che diventi grande come grande diventerà lo scenario al nostro arrivo a Fussen.  



























Fussen rappresenta l'ultima tappa della Romantische Strasse e la città più alta della Baviera attorno alla quale sorgono imponenti i castelli di Hohenschwangau e Neuschwanstein, quest'ultimo da noi visitato, fatti costruire da re Ludwig II. 


Hohenschwangau











Neuschwanstein











Il castello di  Neuschwanstein (Il Castello della nuova pietra del cigno) è il più famoso dei 5 castelli di re Ludwig II dopo quelli di Linderhof, Schachenhaus, Herrenchiemsee e Hohenschwangau stesso. Questo castello fiabesco ispirato ai cartoni di Disney, venne fatto costruire alla fine del XIX secolo e al suo interno purtroppo non fotografabile per via dei soliti irriverenti divieti presenta la sala del trono in stile bizantino,sfarzosi appartamenti reali, la sala da ballo, stanze per gli ospiti, sala dei cavalieri, un torrione in stile medievale in contrasto con l'aspetto festoso del castello e i saloni della tetralogia del Lohengrin, l'opera romantica scritta da Richard Wagner che tanto re Ludwig amava. 


















Attorno a noi panorami mozzafiato con vista sullo Schwansee.





























Nella discesa verso il punto di ritrovo tra il dolce passaggio delle carrozze dopo aver ammirato così tanto lusso è inevitabile una riflessione sulla vita di re Ludwig II, un uomo infelice e solitario che amava la musica di Wagner e le barocche scenografie teatrali e allo stesso tempo la lettura dei miti di Tristano e Isotta, inseguire i sogni epici dei cavalieri medievali, il potere del Re Sole, un idealista, un sognatore. Il suo motto era costruire o morire. Disse:"Quando saremo scomparsi da lungo tempo la nostra opera continuerà a splendere per i posteri come luminoso esempio destinato a incantare i secoli. I cuori arderanno pieni di entusiasmo per l'arte divina e imperitura". Come non essere sognatori quando davanti agli occhi e a una fotocamera compaiono paesaggi come questi, che amo intervallare con i simpatici e caratteristici temi bavaresi



























Gli ultimi minuti di sosta ci regalano preziosi momenti in riva all'Alpensee per cogliere vedute da un romanticismo struggente tra l'azzurro e il verde smeraldo dell'acqua.



















Il viaggio prosegue alla volta di Oberammergau toccando la nota località sciistica di Garmisch Partenkirchen famosa per il gran numero di affreschi ("Luftlamerei") sulle case, per la realizzazione della passione di Cristo per le  strade e la Chiesa di San Pietro e Paolo con l'altare e l'organo. 





























La sera si avvicina e il gruppo procede verso Hall im Tirol alle porte di Innsbruck per la cena e il pernottamento. Non può mancare tuttavia una gradevole passeggiata per le le vie del piccolo centro che offrono particolari vedute notturne. 



















Il mattino seguente, dopo una pioggia intensa, si riparte alla volta di Innsbruck, capoluogo del Tirolo,  per ammirare dall'esterno il complesso della Hofburg la residenza del ramo tirolese degli Asburgo (XIV sec) successivamente trasformato in un vero e proprio palazzo imperiale, residenza estiva della famiglia imperiale. Il palazzo presenta un tardo stile rococò con due bassi torri circolari.


A fianco del palazzo si trova la Hofkirche, una chiesa rinascimentale costruita tra il 1553 e il 1563 nella quale si entra attraverso il chiostro del Neues Stift. La navata centrale è occupata dal cenotafio di Massimiliano I, un grande sarcofago circondato da una cancellata in ferro battuto opera di Schmindhammer (1573). I lati del sarcofago sono decorati da 24 bassorilievi in alabastro con scene della vita di Massimiliano I. A fianco del cenotafio si osservano due file di frandi statue in bronzo raffiguranti personaggi in costume o in armature allo scopo di costituire una scorta d'onore per l'imperatore e testimoniarne il potere. 

La scala sulla sinistra dalla quale è stato possibile catturare una veduta molto suggestiva dell'interno della chiesa conduce alla cappella d'argento (Silberne Kapelle) terminata nel 1581 da Fontana con un organo tardo rinascimentale del 1570 circa probabilmente italiano e con canne in legno. Da notarel e scene della Via Crucis sul soffitto decorato in rosso.



















Giungendo in una tranquilla piazzetta entriamo nel Duomo di San Giacomo, uno dei più importanti edifici in stile barocco del Tirolo (1717-1722).




All'interno spicca l'altare maggiore con la Madonna di Cranach del 1520, il pulpito di Moll (1725) che insieme a Trolf ha realizzato l'organo tra il 1723-25.






La musica della banda richiama verso la piazza dove sorge il celeberrimo Goldenes Dachl (Tettuccio d'oro) tra negozi e decorazioni di vario genere. Finalmente allegria, finalmente tranquillità.









Verso mezzogiorno il gruppo si raduna nuovamente e parte per Kitzbuhel nota per le gare di discesa libera di Coppa del Mondo di sci sulla pista Streif considerata mitica per gli atleti, per un gustoso pranzo in ristorante. Anche se di sfuggita non manca il tempo per scattare foto tra i fiori nonostante il tempo tenda a peggiorare. Non mi lascerò mai scappare vedute simili, sono proprie del mio stile fotografico.



Il tempo è sempre più avverso mentre si sale alla volta del Grossglockner, nel cuore del parco nazionale degli alti Tauri, una strada alpina di 48 km fino a raggiungere la quota di 2571 metri , una strada dove sorge anche Heligenblut, meta di pellegrinaggio. Le vedute sono state immortalate al valico Hochtor (2504 metri), ma restano solo nubi cupe, nebbia, fuori dal tunnel con sopra un'invocazione a Dio. Sembra davvero un sogno proibito nonostante le preghiere e il rispetto verso la Natura madre. Mestamente un piccolo gregge di pecore attraversa la strada, infreddoliti scendiamo al Passo Monte Croce Carnico. Nonostante tutto la bandiera austriaca sventola ancora quasi ad incoraggiare. I tornanti sono interminabili, il paesaggio circostante non offre emozioni, la stanchezza e la tristezza iniziano a farsi sentire ma ci aspetterà una piacevole serata ad Udine non tuttavia così lontana.







A Udine la temperatura è decisamente più calda, prima del pernottamento ci concediamo una passeggiata  tra luci soffuse che consentono all'ottica 35 mm semiautomatica, apposita per i "nightshots" di immortalare piazza della Libertà con la loggia del Lionello in stile gotico veneziano, eretto tra il 1448 e il 1456 da Bartolomeo delle Cisterne su disegno di Nicolò Lionello. In una nicchia sull'angolo destro la Madonna di Bon del 1448. 

 




Di fronte alla loggia del Lionello si trovano la Loggia di San Giovanni e la Torre dell'Orologio di ispirazione brunelleschiana edificata nel 1533. In cima alla Torre due mori suonano le ore sulla campana proprio come in Piazza San Marco a Venezia.









Nel ricordo dello stile della Serenissima la notte è decisamente più gradevole nell'attesa di un nuovo giorno dedicato alla visita di Trieste. Lascio Udine con questa fotografia scattata dalla finestra dell'albergo.



La strada statale 14 litoranea apre il cuore in pieno mattino alla vista del mare così calmo ed incantevole. Da quanti mesi non vedevo il mio dolce amico e compagno d'inverno. Giungiamo dunque a Miramare per la visita del Castello realizzato per Massimiliano I nel 1855. In realtà lo sfortunato imperatore vi abitò per soli 4 anni fino a quando accettò la corona imperiale del Messico per poi trovare la morte. Il permesso di fotografare all'interno senza flash giunge purtroppo troppo tardi. Il percorso prevede la visita di:

- stanza da letto in cui prevale l'azzurro colore del mare

- studio dell'Imperatore 

- Biblioteca con circa 7000 volumi tra cui libri di botanica e busti di Omero, Shakeaspeare, Dante e Goethe. Le stanze allestite con vista sul mare volevano trasmettere il desiderio di vivere come su di una nave.

- Stanza di Carlotta, moglie di Massimiliano

- Salottino della musica con fortepiano e quadro di Maria Teresa d'Asburgo

- Salottino con quadro di Carlotta in costume brianzolo

- Camera da letto con due piccole porte segrete, una per entrare nell'ambiente di servizio e una per l'ingresso alla cappella. E' possibile osservare una riproduzione della Madonna di Raffaello, l'originale è posto presso la Pinacoteca di Dresda

- Spogliatoio di Carlotta con quadri da lei stessa dipinti

- Sala di progetti per l'evoluzione del castello  e del parco

- Cappella di diversi colori in cui la delegazione messicana si reca per assistere alla Messa per proclamare Massimiliano I imperatore del Messico come testimoniato dalla targa in marmo nero

- Sale della rosa dei venti, da gioco e da pranzo

- Fontana dei Griffi

- Salotto dei principi in cui si vede il passaggio dall'azzurro al rosso che diviene così il colore predominante del piano superiore

- Sala dei Regnanti in stile neo-rinascimentale/barocco con al centro un tavolino nero dono del Papa

- Sala udienze con quadro di Napoleone III

- Sala Conversazione con quadro di Leopoldo I sofferente e sculture di Dedalo e Icaro.

- Salottino con oggetti cinesi e giapponesi 

- Sala storica con quadri di Cesare Dell'Acqua 

- Sala del Trono

Il castello diviene museo nel 1955. Dopo la visita è così confortevole godere del panorama sul mare accarezzati dalla brezza mattutina deliziati da piante e fiori. Mentre si ritorna al piccolo mezzo di trasporto un gruppo di cormorani sembra godere dello splendore del mare e della tinta arancione del cielo. Più solitari i gabbiani passeggiano e ammirano dal nido su una roccia più alta. Anche un piccione tutto solo  sembra in estasi sul muretto del lungomare. Del resto come potrebbe essere diversamente?? Lontani dal frastuono cittadino, in sintonia con la natura nel periodo in cui il mare inizia a farsi più dolce e soave per divenire un luogo assoluto di conforto e di pace nei mesi più freddi.

























La città di Trieste  è ovviamente più grande e rumorosa ma è comunque molto raffinata, elegante, il suo cuore è Piazza dell'Unità d'Italia aperta verso il mare 






Interessante anche soffermarsi in Piazza della Borsa, ampio spazio triangolare che collega Piazza dell'Unità d'Italia a via Capo di Piazza.




La visita della città procede lungo il Canal Grande con esempi neoclassici, la chiesa di San Spiridione, il tempio serbo-ortodosso e la statua dedicata a James Joyce. Si rivive così nuovamente lo stile veneziano in un cielo a catenelle.









Il massimo monumento, simbolo della città di Trieste è la cattedrale di San Giusto realizzata nel 1320 con una semplice facciata a capanna e un enorme rosone di pietra carsica. Al suo interno spiccano i mosaici bizantini del XI XII secolo molto simili a quelli presenti nella Basilica di S.Apollinare nuovo di Ravenna. La loro bellezza suscita emozione, impossibile non restarne affascinati. Lascio alle Nikon il compito di trasmettere queste profonde sensazioni.














Sul piazzale antistante si può ammirare Trieste dall'alto, come per un saluto finale.




Dopo una sosta a Sirmione di cui ho già parlato precedentemente con diversi articoli nel blog, si rientra a casa tra lampi e tuoni. Fantastico unire la montagna al mare, il lago all'arte. Sensazioni uniche in qualsiasi momento della giornata. Pace, sollievo, serenità.  E' chiedere troppo??





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