Genova, 16/02/2025
La Villa del Principe è la più vasta e sontuosa dimora nobiliare della città di Genova del Rinascimento, edificata su volontà dell'ammiraglio Andrea Doria che commissionò l'artista Perin del Vaga per le decorazioni bellissime che ammireremo in questa pubblicazione. Perin del Vaga fu allievo di Raffaello e realizzò all'interno di questo complesso uno dei cicli pittorici più affascinanti e imposranti del nord Italia durante il Rinascimento.
ATRIO
Affreschi esterni e scene dei trionfi sul soffitto, cortei del generale romano Lucio Emilio Paolo che aveva scacciato i Galli dalla Liguria. Si tratta di episodi che alludono al protagonista Andrea Doria che libera Genova dall'occupazione francese nel 1528. In questa sezione compare anche il trionfo di Bacco in India e il ruolo di pacificatore del principe genovese. Nelle lunette le storie dei sette re di Roma, da Romolo a Remo, Tarquinio il Superbo, le divinità Marte, Venere, Nettuno, Apollo e Giunone.
SALA DELLA CARITA' ROMANA
Perin del Vaga in questa sala illustra l'episodio della carità romana secondo il quale l'anziano Micone, ormai destinato alla morte, viene salvato dalla figlia Pero che raggiunge il padre sfuggendo al controllo delle guardie e riuscendo a sfamarlo. In seguito a questo gesto Micone viene graziato. Qui esposti i cinque cartoni preparatori del ciclo di Arazzi sulla battaglia di Lepanto commissionati da Andrea Doria.
SALONE DEI GIGANTI
Salone di rappresentanza di Andrea Doria dove fu collocato il trono di Carlo V con l'affresco di Perin del Vaga che raffigura Giove mentre scaglia le folgori sui Giganti ribelli a simboleggiare la vittoria di Carlo sui nemici..Nell'affresco i Giganti assaltano l'olimpo per cacciare gli dei che tuttavia riuscirono a imporsi e a vincere con l'aiuto di Giove. L'affresco si riferisce al trionfo di Carlo V sui protestanti e sui turchi. Gli arazzi di Alessandro Magno sono i più importanti del 400 con filati in oro, argento, seta, lama e risalgono al 1460. Essi raffigurano episodi della vita di Alessandro Magno, modello di virtù politica e morale. In gioventù Alessandro riuscì a domare il cavallo Bucefalo che si nutriva di carne umana. Intreccio di elementi storici e fiabeschi che rispecchiano la Borgogna del IV secolo per i costumi, la tipologia di armi, lo stile degli edifici. Da notare il ritratto del cane Roldano di Aurelio Lomi e del Gatto Dragut, di William Key.
SALA DEI SACRIFICI
Arazzi dei mesi e delle stagioni. Nel mese di gennaio spicca Giano Bifronte seduto ad una tavola imbandita con le chiavi del tempio a lui dedicato, Bacco, Giunone, Cerere dea del raccolto (invocata con la dea Segresta) e dell'abbondanza con scene rurali, Iride messaggera degli dei. Nel mese di febbraio i pesci, la dea Februa con lo scetto d'oro che simboleggia i mesi di agosto. Infine il ritratto di San Carlo Borromeo attribuito a Giovanni Maria Morandi e aiuti.
SALA DI PERSEO
Ritratto del matrimonio di Arduino di Narbona e Oria della Volta. Tela di inizio Seicento attribuita a Lagorio, allievo di Valerio CAstello. Arduino di Narbona si ammalò a Genova e venne curato dalla famiglia Della Volta. Arduino e Oria si conobbero e si sposarono .
SALA DELLO ZODIACO
Danneggiata dai bombardamenti della prima guerra mondiale, si nota attualmente la raffigurazione del segno dei Pesci, Acquario, parzialmente del Capricorno. In questa sala viene rappresentato Andrea Doria nelle vesti di Nettuno, dio del Mare, da Bronzino tra il 1545-46. Bronzino esalta la nudità eroica ispirandosi al David di Michelangelo appoggiando il soggetto all'albero di una nave con il remo nella mano destra e una lunga barba ondulata. Spicca un bassorilievo in cui viene raffigurata la Fenice e il ritratto di Carlo V.
SALA DI PARIDE
Giovanni Andrea I, erede di Andrea Doria, fece ampliare il palazzo nella seconda metà del 500 con l'aggiunta della Sala di Paride decorata da Sparzo, plasticatore di Urbino. Da ammirare le tele di Domenico Piola con la volontà di onorare le nozze tra Andrea Doria III e Anna Pamphilj, nipote di Innocenzo X
GALLERIA AUREA
Realizzata da Giovanni Andrea Doria I tra il 1594 e il 1599, la galleria aurea divenne il nuovo centro di rappresentanza inaugurato per l'arrivo di Margherita d'Austria. La volta della sala è stata ornata per mano di Sparzo con decorazioni allegoriche di stampo classico, simboli araldici, tonalità vivaci dal verde al bruno e all'azzurro. Vi è una doratura ricca e diffusa per la celebrazione di Andrea Doria e della sua dinastia. Le figure dei 12 Cesari, forse antenati della famiglia Doria, nei panni di antichi condottieri romani.
CAPPELLA
La cappella di Villa Principe contiene la pala d'altare di Giovanni Battista Gaulli detto il Baciccio che illustra il martirio di San Giuliano protettore dei malati di posagra e martire ad Alessandria durante le persecuzioni dell'imperatore Decio con colori molto raffinati. Accanto si trova un crocifisso del 600 ligneo scuro e quattro reliquie di santi che circondano un ovale con il breve papale che autorizza a muovere le reliquie di S.Giusta da Roma. La pala d'Altare risale tra il 1705 e il 1706.
SALONE DEL NAUFRAGIO
La Sala fu decorata da Perin dal Vega alternando la tecnica della pittura a olio su muro per mantenere colori vivi e brillanti ma che tuttavia produceva un deterioramento rapido: infatti la volta fu ridisegnata nel XIX dallo scenografo perugino Angelini . I sei grandi arazzi raffigurano la battaglia di Lepanto che ebbe luogo dopo la costituzione della Sacra Lega per disposizione del papa Pio V riunendo le potenze rivali di Genova e Venezia, la Spagna di Filippo II e altre potenze minori. Ci fu così una guerra contro i turchi che vide il trionfo della flotta cristiana. Il ciclo di Arazzi venne commissionato da Giovanni Andrea Doria I con episodi in sequenza e figure femminili che simboleggiano le virtù indispensabili per la vittoria e la fama.
SALA DI PSICHE
Sala con quadri dei discendenti di Andrea Doria tra cui ritratti di Alessandro Vaiani e Francesco Salviati
SALA DI APOLLO E PITONE
Contiene il ritratto del cardinale Infante Ferdinando, tela eseguita molto probabilmente dalla bottega di Rubens con intervento del Maestro per la realizzazione delle parti più complesse. A seguire ritratto di Francesco Sforza II secondogenito di Ludovico il Moro e Beatrice d'Este riconducibile al prototipo di Tiziano.
SALA DEL TRIBUTO A BRENNO
Il nome della Sala deriva dall'episodio di storia romana che narra dell'espugnazione di Roma ad opera di Brenno, capo dei Galli, che chiese un ingente riscatto in oro al generale Marco Furio Camillo per liberare la città. La stanza è arredata da meravigliosi arazzi della manifattura reale Gobellins di Parigi del 1768 che rappresentano il mese di dicembre verso il mare e il mese di maggio verso ovest con i segni zodiacali nei bordi. Da notare la slitta in legno intagliato dorato e dipinto con piante e animali di manifattura veneta ottocentesca. Molto bello il ritratto di una delle dame Doria vestita di rosso eseguito da Domenico Parodi e bottega prediligendo colori brillanti rispetto al bianco, associato alla povertà.
SALA DEL TRIONFO DI FURIO CAMILLO
Ritratti di personaggi maschili della famiglia Doria Pamphilj, personaggi di spicco della chiesa tra cui il cardinale Giorgio Doria Pamphilj realizzato dalla bolognese Lucia Casalini Torelli.
SALA DELLA PUNIZIONE DI PROMETEO
Attualmente allestita come sala da pranzo, la sala riconduce al mito di Prometeo che suscitò l'ira di Giove per la sua costante disponibilità ad aiutare l'umanità a tal punto da farlo incatenare a una roccia dove ogni giorno un'aquila si recava per divorargli il fegato.
SALA DEI FATTI DI PROMETEO
SALA DI FETONTE
Stanza originariamente creata per la camera da letto di Andrea Doria che già in età avanzata sposò Peretta Usodimare del Carretto nel 1527. Sul soffitto lo stemma dei Doria , un'aquila su campo oro e argento unito allo stemma del cibo, una banda di scacchi a tre file per ricordare il legame di parantela tra la moglie del principe e papa Innocenzo VIII. Nelle lunette è raffigurato il mito di Aracne, abilissima tessitrice che sfidò Minerva uscendone sconfitta e trasformatasi successivamente in ragno condannata a tessere per sempre la sua tela. Nella sala sono esposti un mobile e due tavolini in ebano e avorio intarsiato realizzati nel Seicento in ambito molto probabilmente napoletano. Sul mobile scene della Genesi e dell'antica Roma. Ritratti delle dame della famiglia vissute nel Seicento tra cui La Dama Rossa (Zenorbia II Doria forse) attribuito al pittore genovese Bernardo Castello realizzata secondo i canoni di Van Dyck con abiti della moda spagnola del tempo.
GIARDINI
I giardini della Villa del Principe sono il meraviglioso risultato di un restauro all'inizio del 2000 intorno alla Fontana del Nettuno con la suddivisione in aree di prateria e siepi di mirto tra rose antiche, piante aromatiche, coronarie per la formazione di mazzi da collocare nei vasi.



























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