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giovedì 12 luglio 2012

ARTE OLIMPICA


Fino a qualche tempo fa ho sempre ritenuto che in Veneto esistesse una sola città capace di donare emozioni pure, il senso vero e proprio del Romanticismo, di trasformare l'odio in amore. Questa città di nome Venezia è da sempre per me la capitale non solo della Regione ma anche del mondo di tutti noi virtuosi.

Durante lo scorso maggio però ho dovuto, in minima parte sia chiaro, ricredermi davanti alle opere architettoniche di un talento rinascimentale di nome Andrea Palladio che tanta bellezza ha donato ad un'altra città del Veneto: Vicenza. Proprio grazie alla genialità di questo scultore, il capoluogo è stato inserito nel 1994 tra i Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.



Entriamo dunque nell'Olimpo di Palladio illustrando brevemente le sue magiche opere d'arte che abbiamo potuto ammirare durante la visita guidata di Vicenza. 

Per prima cosa, in città, è stata messa in evidenza la bellezza di Palazzo Chiericati, attuale Pinacoteca Civica in piazza Matteotti edificato da Palladio tra il 1550 e il 1680 e caratterizzato da ampie logge coronate da statue. 





In Piazza Matteotti sorge un teatro così bello mai visto prima d'ora, l'ultima opera di Palladio e opera più bella prima della sua morte non poteva regalarci: il Teatro Olimpico, il più vecchio teatro ricoperto del mondo seguito dal teatro di Sabbioneta di Vincenzo  Scamozzi edificato su volontà dei Gonzaga tra il 1588 e il 1590, quello di Parma e di Mantova rispettivamente progettati  all'inizio del 1600 e del 1700 .  All'ingresso si può notare uno stile che richiama l'epoca romana proiettata al futuro, chiudendo dunque il periodo classico e aprendo la prospettiva del teatro moderno. Infatti a differenza degli altri teatri romani, il Teatro Olimpico è chiuso e vuole sottolineare l'importanza non solo di poter osservare lo stile architettonico, la prospettiva,  il palcoscenico ma anche il punto di vista del pubblico, come gli spettatori vengono osservati mentre ammirano la bellezza di questo capolavoro palladiano affrescato nel 1914 con un cielo in modo tale da richiamare la città di Tebe e donando emozioni suggestive a coloro che alzano il capo e ammirano questo fantastico cromatismo azzurro arancione. 














Attualmente il teatro è sede di rappresentazioni classiche, concerti soprattutto in primavera ed in autunno in quanto non è dotato di impianti di condizionamento e riscaldamento nel timore di danneggiarne le strutture. Inoltre ha una capienza limitata per motivi di conservazione. 

L'itinerario prosegue con la visita del Duomo di Vicenza caratterizzato da una facciata gotica a marmi policromi, abside rinascimentale, campanile romanico e cupola palladiana. Il nuovo portale contiene 24 formelle dell'artista Boatto, con episodi testimoniati dal Vangelo, le nozze di Cana, la passione, la morte e la risurrezione di Cristo.  L'interno gotico presenta  volte costolonate a crociera, cappelle laterali con dipinti della scuola Veneziana, sotterranei con resti romani. Le scene del nuovo portale rispettano la tradizione iconografica presente ad esempio in Santa Maria in Trastevere (Cavallini), Santa Croce a Firenze (Giovanni da Milano) monumenti già trattati in post precedenti nel mio blog. 











Il susseguirsi di monumenti e palazzi e chiese prosegue in corso Palladio



con la Basilica Palladiana edificata tra il 1549 al 1617, uno dei monumenti più importanti del Rinascimento Veneto col significato di luogo di amministrazione della giustizia, la Loggia del Capitanio  di fronte alla Basilica in Piazza dei Signori, la chiesa gotica di Santa Corona. Una passeggiata che ricorda lo stile della Repubblica Serenissima di Venezia per questo motivo ancora più gradevole al cospetto di una giornata fresca primaverile

Santa Corona


                                                                   Basilica Palladiana




                                                                                 Loggia del Capitanio

Per chi volesse ammirare Vicenza dall'alto consiglio una visita al Santuario del Monte Berico costituito da due chiese, una in stile classico e una in stile barocco. Purtroppo non è stato possibile entrare per ammirare alcune opere di Mantegna e di Paolo Veronese. 












Permettete un tributo, un omaggio al maestro Palladio per averci regalato queste sue meraviglie, come disse ha compiuto una lunga fatica, ma con diligenza e amore ha raggiunto i suoi scopi. Un'acme di divino estetismo così ha definito Dalì il suo Teatro Olimpico. Chissà se anche la nostra vita così faticosa, sofferente, raggiungerà una strada che finalmente porterà alla felicità. Forse ci mettiamo troppa poca diligenza, troppo poco amore, eppure è breve, bisognerebbe impegnarsi un pò di più, ammirare queste meraviglie con maggiore sensibilità invece di girovagare spettegolando per viali, di prendersi in giro, di farsi plagiare dalla meschinità della TV. 

Grazie maestro per questi tuoi insegnamenti, ti posso solo omaggiare con questa umile immagine nel mio piccolo mondo.




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